Con la piena formula: “il ricorso è manifestamente fondato” la Suprema Corte di Cassazione, sez. III civile, con la sentenza del 15 aprile 2010 n. 9037, ha accolto il ricorso proposto su istanza dell’avvocato Pietro Carrozza in merito alla responsabilità per danni cagionati da animali ex art. 2052 codice civile.
A parere del Supremo Collegio, soltanto il caso fortuito, il quale presenti i caratteri della imprevedibilità, inevitabilità ed assoluta eccezionalità, appare idoneo ad escludere la responsabilità del padrone e/o custode dell’animale, nell’ipotesi di aggressione a terzi, a nulla rilevando la diligenza tenuta dal proprietario per evitare il danno (nella specie, quest’ultimo aveva predisposto un cartello all’ingresso dello stabile, nonché una catena che tenesse legato il cane al frantoio).
Tale nuovo indirizzo ermeneutico è stato poi accolto anche dalla giurisprudenza successiva e, ancora oggi, rappresenta l'interpretazione maggioritaria (cfr. ex multis Cassazione civile sez. III, 30/11/2017, n.28652).